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«Sweet land of liberty»: con questo verso, tratto da una celebre canzone di Samuel Francis Smith, il grande saggista siciliano Giuseppe Antonio Borgese elogia la terra che ama come seconda patria: gli Stati Uniti d'America. La civiltà e la cultura americana costituiscono un oggetto di studio assiduo nell'esperienza intellettuale di Borgese sin dalla giovinezza. Ma è soprattutto con l'avvento del regime fascista che gli Stati Uniti d'America rappresentano per lui lo spazio fisico e ideale di resistenza alla dittatura, al provincialismo e all'oscurantismo culturale che ne derivarono. Anna Astarita illustra il percorso letterario "americano" dello scrittore, ne indaga le posizioni critiche e politiche, ma in particolare si sofferma sull'attività giornalistica riscontrando le difficoltà e le censure che gli scritti dell'autore subirono, delineando al contempo un quadro filologico sulle varie pubblicazioni al fine di fornire uno sguardo esaustivo sulla cronologia e sui contenuti.